No. La risposta è no. Non è un refuso. Non sotto intende qualcosa come i Vespri Siciliani, non riguarda i motti avvenuti in Sicilia qualche secolo fa e neanche l’opera di Giuseppe Verdi. Però con la musica si ha a che fare. Trattasi di un gruppo musicale russo, formatosi nel 2003 a Astrakhan, dicono nel sud della Russia e città che diede i natali al padre di Lenin. Ora come ora non credo che sia un fatto importante. Non almeno in questo post. Qui e ora prevalgono i Vespero, altro gruppo musicale “in forza” alla RAIG, quella associazione di musicisti russi (e non solo in alcuni casi) che si propone come muto aiuto per gli stessi. Tra i vari gruppi vi sono anche gli Asian Women a the Telephone (AWOTT) di cui già parlai (qui peraltro). I gruppi che si vengono a conoscere hanno tutti un taglio abbastanza d’avanguardia, sperimentale. E vale anche per i Vespero. Anche nel loro caso ci sono espliciti riferimenti allo space rock o al krautrock, in alcuni momenti voce molto jazz, più in generale si denota la grande famiglia del progressive. Ma… il gioco dei rimandi è un bel gioco quanto relativemente fine a se stesso. Questo gruppo è uno di quelli in cui l’aspetto dell’avanguardia prevale, nell’ottica e senso che non si fermano a cercar di riprendere un genere e riproporlo. Ciò che ne esce è comunque qualcosa di personale, molto destrutturato, in cui il termine rock assume un suono atavico. Non si hanno strofe e ritornelli, assoli e parti ritmiche. Almeno non nel senso classico. Ci possono anche essere, ma non sono la canzone. Immettono suoni e sonorità che sono molto evocativi, ricreano ambientazioni ma non sono didascaliche. Ti accompagnano in un viaggio? Possibile. Raccontano una storia? Anche. Entrambe le cose ma senza scadere nell’uso di voci eccessivo. Anche la voce sembra più un suono che una parola. Usano una lingua a me sconosciuta, e si capisce ciò che vogliono comunicare: delle emozioni. Non so dove sono, ma ci sono. E così facendo ottengono quello che la musica dovrebbe fare.
Vespero:
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