Sono un Cyborg.
Queste due righe per semplicemente per urlare al mondo che finalmente qualche giorno fa sono riuscito a vedere “That’s ok, I’m a cyborg” (Saibogujiman kwenchana) del buon vecchio Park Chan-wook. Ho impiegato il mio tempo a trovarlo almeno in streaming (considerando che il film è del 2006), ma settimana scorsa finalmente ci sono riuscito. E non me lo sono lasciato scappare. Ovviamente essendo appassionato a tutto ciò che possa aver fatto il regista già sapevo che non avrei potuto che comunque apprezzarlo. Certo, il mio non è, e non vuole essere un giudizio obiettivo. Se questo si cerca, beh, questo non è il post giusto. Certi utilizzi che vengono fatti dalla telecamera, anche solo quelli, mi fanno valere tutto il film. Una storia romantica, d’amore, di sogni. E’ a tratti surreale, ma le sequenze mi hanno sempre lasciato con il sorriso sulle labbra. Un sorriso di tenerezza. Ciò che è accaduto con me spettatore è stato di creare empatia con i personaggi, in particolar modo con la protagonista. Credo che questo aspetto sia se non il più importante almeno tra i più importanti in un film. La migliore regia, la migliore fotografia, la migliore sceneggiatura e via dicendo sono inutili se non riesci a creare rapporto tra personaggi e spettatori. Certo si creerà un film tecnicamente eccellente, ma semplicemente inutile perché non comunica. Sinceramente non mi son messo a cercare tanti difetti in questo film, poiché appunto nel mio caso è riuscito appieno, vi siano anche difetti clamorosi. Quando finalmente lei mangia il suo primo boccone la lacrima è scesa, da sola. Che poi la testa mi possa enumerare difetti… ok, sono un cyborg.
That’s ok, i’m a cyborg streaming subita su megavideo