Pontypool, dal Canada con simpatia

Alle volte capita di vedere film anche se non licenziati come creative commons, magari che in Italia mai sono arrivati sul grande schermo, neanche per sbaglio, per una inversione di colli da parte dello spedizioniere o nel cinemino della frazione del paese di provincia. No. Neanche un intervento della Yakuza sarebbe servito. Insomma, se si vuole vedere alcuni film bisogna anche cercarseli come novelli Dr Livingstone, suppongo. E con “alcuni” non intendo chissà quali film porno/gore/snuff/bukkake/briscolachiamata. E neanche film sperimentali del tipo tipisciosullapellicolaetelachiamoarte o tagliolapellicolaetelarivendoacaroprezzoperchéèunaperformanceincredibile. No. Un semplice film dell’orrore. Semplice? Sì, semplice. Senza chissà quali location, senza bisogno che venga distrutta chissà quale Empire State Building. Basta lo studio di una radio e il corridoio d’ingresso. Senza neanche chissà quali effetti speciali, mostri che volano, gente divelta o sbranata. No. Pure l’inviato sull’elicottero in realtà si scopre essere su un furgone in cima alla collina con un registratore che riproduce le pale in movimento. Basta che la gente immagini e si ottiene l’effetto che si vuole: la paura. Ed è su questa “semplice” idea che si basa il film. Tre persone, una trasmissione radio da condurre in diretta e un gran casino che scoppia al di fuori delle mura senza poterlo vedere ne comprendere. Certamente non è la prima volta che viene utilizzata questa idea (basti pensare ad un film a caso sugli zombi di Romero, in cui gli zombi manco li vedi per tutto il film, o ad alcuni racconti del terrore classico). In sostanza è l’immaginazione di qualcosa di indefinito che provoca il terrore e non l’oggetto stesso. Proprio per questo mi auspicherei che tornasse in auge il termine “terrore” per definire alcuni film: in quanto come si è capito in questo caso si prova terrore e non orrore.

Ritornando alla pellicola, che dire, alcune trovate sono al limite dell’assurdo (un virus che si propaga tramite alcune parole?!?), o il dottore dal cognome ispanico e dalla parlata tedesca che trova la maniera per entrare di soppiatto nello studio mentre gli infettati aspettano che gli si apra la porta… D’altro canto ci sono aspetti interessanti, come le capacità espressive del protagonista, intermezzi alla cinico tv con discorso molto pytoniano, scenetta romantica in cui kill diventa kiss, dialogo assurdo in cui il protagonista dimostra tutta la sua codardia in maniera comica e solo con un semplici parole… e sopratutto quella tensione che rimane per tutto il film e oltre fino a sfociare sui titoli di coda… Risultato un film decisamente piacevole, non scontato e che ottiene ciò che deve, ovvero di farsi vedere fino in fondo…

Qualche riferimento:
Pontypool scheda su imdb
Pontypool streaming subita megavideo novamov

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